Trifase, primi in Europa, seguiti nel mondo.

La trazione elettrica trifase ha affascinato gli appassionati di treni per varie generazioni. Tuttavia, modellisticamente, a causa della sempre più rapida ed incombente mancanza di testimoni, le generazioni più giovani ormai non ne conoscono nemmeno più l’esistenza, ne è possibile per loro distinguerne i vari gruppi.

Nel periodo del loro utilizzo, le locomotive trifase non avevano perso il fascino di quelle a vapore, grazie alle loro ruote a razze e alle bielle, a cui si aggiungeva la stranezza degli sbuffi, dovuti ai riscaldi dei reostati, provenienti da strani comignoli posti al di sopra di altrettanti avancorpi irregolari e spigolosi, che spesso le rendevano confondibili tra le numerazioni. Inoltre, le lunghe aste dei trolley entrambe protese verso l’alto ne rendevano strane le sagome.

Una piccola nota, rispetto alla nascita delle macchine elettriche nel nostro paese, contestualizzandone il periodo, infatti verso la fine del secolo XIX ed all’inizio del XX l’applicazione dell’energia elettrica alla trazione ferroviaria era fonte di notevoli discussioni e dibattiti sia di natura tecnica che economica, suscitando anche dei dubbi rispetto a chi sosteneva ampiamente la conosciuta trazione a vapore. Da questa esperienza, e non dall’uso nelle trasmissioni delle cascate di riduzione ad ingranaggi (che otterranno grandi affidabilità soltanto nei decenni successivi grazie ai moderni trattamenti termici) provenne la fiducia nell’uso dei biellismi, con manovelle accoppiate in presa diretta ai grandi motori elettrici che arrivarono fino ai 2metri di diametro.

Nel 1902 l’elettrificazione della Valtellina aprì la strada ad una fase importante del processo di elettrificazione della nostra rete e soprattutto con l’avvento dell’elettrificazione della linea dei Giovi, il nostro Paese fu posto in posizione di avanguardia in Europa e nel mondo.

Occorre specificare che globalmente, nessuna nazione si pose come l’Italia in termini di elettrificazione, ottenendo per primi il primato mondiale della massima estensione del sistema trifase e raggiungendo nel 1934 gli oltre 1500km di rete elettrificata.

Tra le linee più importanti ricordiamo:

-La rete Adriatica nel 1902

-La linea dei Giovi, nel 1907

-La Torino-Pinerolo, nel 1917

-La Torino-Bussoleno-Susa, nel 1919

-La linea Torino-Ronco-Alessandria-Voghera, nel 1924

-La linea Roma-Sulmona nel 1927 (10000 volt)

-La linea Porrettana, nel 1927

-La ferrovia FAV Alta Val Tellina, tra Sondrio e Tirano, nel 1934

Nonostante le significative estensioni del sistema in uso nel nostro paese, l’evoluzione del parco macchine avvenne abbastanza presto. Le locomotive trifasi FS infatti non furono più costruite dopo il 1931, e da qui ne derivò un costante e diffuso invecchiamento delle macchine in servizio.

Decennio dopo decennio, si cannibalizzarono le macchine superstiti fino all’estinzione del sistema stesso avvenuta con l’ultima corsa cerimoniale nel maggio 1976. Tutta questa esperienza ingegneristica non è andata persa, non ha gettato i motori trifase nel dimenticatoio.

In tempi recenti  l’avvento degli “inverter” associati a motori asincroni trifase consente a questi il lavoro a tensione e frequenza variabile con la stessa versatilità dei motori a corrente continua e un importante controllo della coppia.

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